Guide stampa 3D

Piatto riscaldato

Piatto riscaldato
Piatto riscaldato

Stai settando i parametri per lanciare le tue prime stampe e noti l’impostazione per il piano riscaldato, senza sapere bene se serva attivarlo oppure no. In uesto articolo avrai modo di capire un pò il suo funzionamento, quando sia opportuno usarlo e come.
Come sempre procediamo con ordine:

Cos’è il piatto riscaldato?

Il piatto riscaldato è la superficie sulla quale l’ugello della stampante 3d andrà a depositare strato dopo strato il materiale necessario a formare il pezzo finale.

Come funziona?

Tramite delle apposite resistenze/piste di rame viene riscaldata la superficie sulla quale viene poi appoggiato il tappetino per la stampa. Le temperature possono variare da 30° fino a 120-130° in base alla stampante.

A cosa serve?

Il piatto riscaldato favorisce l’adesione al piano delle stampe che andremo ad effettuare. Inoltre in particolare nel caso di stampe a FDM (quindi con scioglimento del filamento) favorisce il rilascio delle tensioni superficiali che si vengono a creare al raffreddamento del pezzo, evitando quindi che subisca particolari deformazioni.

Quando usarlo?

Riscaldare il piatto è utile quando si hanno problemi di adesione delle stampe (con conseguente distaccamento di alcune parti o di alcuni pezzi durante la stampa).
Andando più nel dettaglio il piatto riscaldato dovrebbe non essere indispensabile durante la stampa di materiali come il PLA. Tuttavia personalmente preferisco riscaldarlo ugualmente per una questione di tranquillità e per ottenere un raffreddamento più graduale della base della stampa evitando così eventuali deformazioni. Risulta invece fondamentale nella stampa di materiali più complessi come PETG, NYLON, ABS, etc. in quando hanno una percentuali di ritiro più elevata che aumenta quindi il rischio che il pezzo stampato vada a deformarsi e a staccarsi dal piano di stampa rovinando così la stampa stessa. Per alcuni materiali come ad esempio l’ABS oltre a ciò può essere necessario utilizzare un box di stampa chiuso ma questo è un altro discorso che se vuoi puoi approfondire QUI.

Attenzione!

Finora abbiamo visto a cosa serve il piatto riscaldato e perchè conviene utilizzarlo, adesso però vediamo gli aspetti negativi e i punti di attenzione per un miglior utilizzo.
In primis bisogna tenere conto del fatto che riscaldare l’intero piano di stampa e mantenerlo a temperatura non è affatto semplice, per questo motivo richiede una certa energia che se non necessaria (come detto prima ad esempio nel caso del PLA) si potrebbe tranquillamente risparmiare andando così ad abbassare il costo delle stampe.
Altro punto importante è il considerare che alcuni materiali hanno temperature molto basse alle quali iniziano a diventare più molli e a deformarsi. Ad esempio il PLA inizia a rammollire intorno ai 50-60°, per questo motivo una temperatura troppo elevata del piatto potrebbe compromettere la finitura dei primi strati della stampa o fondere i supporti al pezzo più del dovuto andando così a complicare poi la fase finale di rifinitura. Il PETG invece ha una temperatura di rammollimento generalmente superiore ai 70-80°, per questo motivo possiamo usare temperature del piano di stampa leggermente più elevate.